"Attraverso una serie di scavi concettuali e linguistici, il libro vuole dimostrare la diffusione e l{u2019}incidenza della cultura italiana nel Cinquecento inglese analizzando i rapporti tra Shakespeare e gli umanisti, in modo particolare Alberti, Machiavelli, Guicciardini, Bruno, Campanella. Autori che interpretano, in maniera straordinaria e con profondo coinvolgimento autobiografico, la dimensione drammatica, a volte tragica, dell{u2019}esistenza umana, e che fanno risuonare la loro voce {u2013} ora in modo chiaro, ora sommesso {u2013} nelle sue grandi tragedie. Dissimulazione, crisi e {u2018}rovesciamento{u2019} apocalittico degli ordini del mondo, uomo come {u2018}ombra di sogno{u2019}, praxis magica quale strumento della riforma universale, sono alcuni dei temi che il libro mette a fuoco, gettando uno sguardo originale {u2013} per certi aspetti sorprendente {u2013} sugli incontri di Shakespeare con l{u2019}Umanesimo e con l{u2019}Italia. Un lungo viaggio tra passioni e disincanto. Lo comprendono bene Verdi e Manzoni, che {u2013} come mostra la Postilla che sigilla il libro {u2013} con note gravi o parole leggere dialogano con Shakespeare tutta la vita, intrecciando tragico e comico, realtà e finzione, burla e verità. 'Tutto nel mondo è burla. [{u2026}] Ma ride ben chi ride / La risata final'."-- Back of dust jacket.
Note
This record was provided by a vendor. It may contain incorrect or incomplete information. "Incipit."
Bibliography, etc.
Includes bibliographical references (pages 249-252) and index.